Nov 7, 2006

Santa Lucia - Bolivia

Lasciata Salta, entro nella Quebrada de Humahuaca, patrimonio naturale dell'Unesco, con un bellissimo paesaggio, terre colorate, montagne, il fiume nel mezzo. Purmamarca mi fa subito una bella impressione e decido di fermarmi per la notte. camminata intorno al 'cerro de los 7 colores', sembra la tavolozza di un pittore e se conti tutte le sfumature i colori sono molti piu' di sette! Il paesino e' molto carino, con l'architettura tradizionele, le casine dello stesso colore della montagna, con i loro forni e il tetto di legno di cactus. Ho conosciuto due 'hippy artigiani' che mi hanno invitato a un ricco asado argentino (si calcola 1 kilo di carne a testa!).
Il giorno seguente giro per Tilcara, e poi Humauhaca, popolato da gente molto cordiale e gentile. Con la giovane guida Elbio (e Jessica, la cinese) passeggiata fino a Inca Cueva, grotte nella rossa montagna con pictografie risalenti all'8000-6000 a.c. (cammelidi, uomini sigaretta, e poi scene piu' complesse come rituali e processioni) e petroglifici del 900 a.c. Molto interessante, ho scoperto l'uso di alcune erbe medicinali e siamo passati in un pezzo del cammino dell'inca.
Grazie a Santa Lucia, una simpatica ragazza di madrid, mi sono liberata della cina, e ieri mi sono mossa verso Iruya.
Strada incredibile, su e giu' fino ai 4000 metri, sempre con il precipizio accanto. Che paura, ma che bella! Iruya stupenda, un viaggio indietro nel tempo. Ho passato la serata con doña Rosa, una mitica vecchina viaggiatrice del sud, Gary, un australiano, e un po' di altra gente. Nel pomeriggio 10 kilometri per raggiungere San Isidro, un minuscolo villaggino in mezzo al niente (dove si sono messi a abitare?!).
Poche ore di sonno e bus per raggiungere la Bolivia.
La prima impressione che mi fa Villazon e' che regna un silenzio surreale. Il confine e' il piu' incredibile che io abbia mai attraversato, una carovana di persone chinate dal peso dei sacchi, con vesti colorate e le donne dai lunghi capelli neri divisi in due trecce.
Sono in attesa del bus per Tupiza, dove cerchero' un modo per raggiungere il salar de Uyuni.
Finalmente sola, senza guida e senza mappa...

1 comment:

Anonymous said...

ma come ha fatto la spagnola a liberarsi della jessica? il veleno? o il pugnale?
adesso che sali sull'altiplano vedrai un sacci di cholitas con bombetta e polleras...salutami la bolivia, paese duro, povero ma onesto (attenta comunque che ladri ce ne sono anche lì)
ciao
luca